Egittomania / Egyptomania - parte 1
Per chi non lo sapesse, Roma, con i suoi 13 obelischi (di cui 9 originari dell’antico Egitto), è la città che ha il maggior numero di obelischi al mondo, trasportati a Roma, a partire dall’Imperatore Augusto, in seguito alle campagne di conquista nella terra dei Faraoni nel 31 a.C.
In epoca imperiale la loro non era una funzione decorativa, bensì avevano un significato politico e religioso: erano bottino di guerra, segno della potenza e della capacità dell’impero e si trovavano in luoghi diversi da quelli in cui si trovano oggi.
Erano infatti collocati nei templi egizi (numerosi a Roma in quel periodo), in aree consacrate al dio Sole, davanti a monumenti funerari. Con l’avvento delle invasioni barbariche, andarono incontro al crollo o finirono smarriti, senza lasciare traccia.
Tra il 1492 ed il 14949, Papa Alessandro Borgia commissionò a Bernardino di Betto detto Pinturicchio la decorazione del suo Appartamento nel Palazzo Vaticano, dove decorò la Sala dei Santi, inserendo elementi iconografici di matrice pagana, in cui il mito di Iside e Osiride si mescolava alla rappresentazione di alcuni Santi probabilmente cari al Papa stesso e all’ esaltazione dell’emblema borgiano.
Gli obelischi ti epoca egiziana e romana, scomparse o dismesse o sotterrate durante le invasioni barbariche, furono nuovamente rialzati nella Roma papale, a partire da Papa Sisto V Peretti (1585-1590), come punti di arrivo e di convergenza visiva nel nuovo assetto urbanistico rinascimentale barocco dato alla città, grazie alla collaborazione dell’architetto Domenico Fontana.
Il Papa fece costruire grandi strade rettilinee per collegare le basiliche che ogni buon pellegrino doveva visitare (il famoso “giro delle sette chiese”) e per aiutare ad orientarsi tra i palazzi usò come punti di riferimento proprio gli obelischi. Fece trasportare e collocare quattro di essi: quello di Piazza San Pietro, dell’Esquilino, di San Giovanni in Laterano e di Piazza del Popolo.
Nel 1593 d.C., Emanuele Filiberto, duca di Savoia, decise di trasferire la capitale del regno sabaudo a Torino, azione necessaria per realizzare un piano di espansionismo politico ben delineato dalla casata savoiarda.
Emanuele Filiberto commissionò quindi al barone savoiardo Filiberto Pingone un incarico strategico: scrivere la storia della città, nobilitandola rispetto ad altri centri ed enfatizzandone le tradizioni culturali, in modo da giustificare l’atto di Emanuele Filiberto che trasformò l’allora poco significativa Torino nel baricentro dello stato sabaudo.
Il Pingone riuscì a compiere il suo miracolo: attingendo da fonti di dubbia attendibilità, plasmò il nucleo di alcune leggende per i fini reali prefissati e dotò la nuova capitale di origini auree.
L’opera che ne scaturì, dal titolo Augusta Taurinorum, costituì la prima storia di Torino di epoca moderna, evidenziava la fondazione, nell’anno 1529 a.C,. di colonie nella terra dei Liguri da parte di Eridano o Fedonte, principe proveniente dall’ Egitto.
Partendo da questo antefatto, il dotto savoiardo, con leggere modifiche, portò la presenza di Eridano sul tratto del Po che attraversa Torino. La leggendaria origine della nuova capitale fu così indicata e, questo primo nucleo letterario, germogliò nei secoli a venire.
Lo stesso Napoleone, alimentò tale situazione, facendo coniare le monete celebrative della battaglia di Marengo, usando il toponimo Eridania per connotare il territorio pedemontano (Porta al diritto la testa di Minerva galeata e coronata d’alloro con la leggenda L’Italie délivrée à Marengo; al rovescio l’indicazione del valore e la data in una corona d’alloro, con la leggenda Liberté Égalité Eridania).
Anna Lisa
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For those who don't know, Rome, with its 13 obelisks (9 of which originate from ancient Egypt), is the city that has the largest number of obelisks in the world, dismantled and carried to Rome, starting from the Age of Emperor Augustus, following the Roman campaign of conquest in the land of the Pharaohs in 31 BC.
In imperial times they had not a decorative function, but had a political and religious significance: they were spoils of war, a sign of the power and capacity of the empire and were located in different places than today.
They were in fact placed in Egyptian temples (numerous in Rome at that time), in areas consecrated to the Sun god, in front of funerary monuments. With the advent of the barbarian invasions, they either collapsed or ended up lost, leaving no trace.
Between 1492 and 1499, Pope Alessandro Borgia commissioned Bernardino di Betto, known as Pinturicchio, to decorate his Apartment in the Vatican Palace, where he decorated the Hall of Saints, inserting iconographic elements of pagan matrix, in which the myth of Isis and Osiris was mixed with the representation of some Saints probably dear to the Pope himself and the exaltation of the Bourgian emblem.
The Egyptian and Roman obelisks, disappeared or buried during the barbarian invasions, were raised again in papal Rome, by the Will of Pope Sixtus V Peretti (1585-1590), as points of arrival and visual convergence in the new Renaissance Baroque urban layout given to the city, thanks to the collaboration of the architect Domenico Fontana.
The Pope had large straight roads built to connect the basilicas that every good pilgrim had to visit (the famous "tour of the seven churches") and to help orient himself among the palaces he used the obelisks as reference points. He had four of them displaced and rebuilded: the Ones in St. Peter's Square, the Esquiline, St. John Lateran and Piazza del Popolo.
In 1593 A.D., Emanuele Filiberto, Duke of the House of Savoy, decided to transfer the capital of the Savoy kingdom to Turin, an action necessary to realize a plan of political expansionism well outlined by the Savoy family.
Emanuele Filiberto therefore commissioned the Baron Filiberto Pingone of the House of Savoy with a strategic task: to rewrite the history of the city, enhancing its noble origina compared to the other cities and emphasizing its cultural traditions, seeking for a reason to justify the sovereign Emanuele Filiberto's choice to transform the insignificant Turin into the center of gravity of the Savoy state.
Pingone managed to accomplish his miracle: drawing from sources of dubious reliability, he shaped the nucleus of some legends for real purposes and endowed the new capital with golden origins.
The resulting work, entitled “Augusta Taurinorum”, was the first modern-day rewritten pasta history of Turin, and highlighted the founding, in 1529 BC, the founding of colonies in the land of the Ligurians by Eridano or Fedonte, prince coming from Egypt.
Starting from this antecedent, the cultured man, with few slights modifications, brought the presence of Eridano on the stretch of the Po River that crosses Turin. The legendary origin of the new capital was thus indicated and, from this first literary nucleus, the city flourished in the centuries to come.
Napoleon himself, fed these assumption, having the coins celebrating the battle of Marengo minted, using the toponym Eridania to connote the piedmont territory (the head of Minerva galeata and crowned with laurel with the inscription " L'Italie délivrée à Marengo" is on the obverse; on the reverse the indication of the value and the date in a laurel wreath, with the motto Liberté Égalité Eridania).
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